sabato 11 luglio 2015

Follia pura

Forse dipenderà dal fatto che a forza di automatizzarci pure noi stiamo diventando delle macchine e che ormai non ci rendiamo più conto di quello che ci capita. 

Dovendo fare un'operazione all'ufficio postale molto importante di cui si richiedono documenti, firma e altre cosette varie, mi reco non con molto entusiasmo presso l'edificio sapendo già che essendo i primi giorni del mese e quindi di pensioni, ci troverò una marea di persone ad affollare la piccola stanzetta cosiddetta “sala d'aspetto”. In realtà somiglia più ad uno sgabuzzino che ad una sala; paese piccolo, ufficio piccolo.
Infatti già in lontananza vedo che dalle Poste la folla strabocca come un fiume in piena. Potessi rimandare lo farei più che volentieri, ma purtroppo tocca fare la fila. Mi informo su chi è l'ultimo arrivato di loro e mi appiccico a lui come una sanguisuga. Fuori saremo quasi una ventina, dentro non oso pensare in quanti siano ammucchiati. Odio questi giorni, se penso che quando non ci sono di mezzo le pensioni gli uffici sono sempre vuoti, mi viene da rosicchiarmi i gomiti.
Qualche oretta è passata, finalmente pure io riesco ad infilarmi nella ressa all'interno, per qualche strano motivo fortunatamente le cose sembrano andare abbastanza velocemente. A differenza da fuori dove le persone parlottano del più e del meno, all'interno nessuno fiata, sembra di trovarsi in chiesa tutti con la testa china a pregare o a sonnecchiare. Ma son cosette passeggere, succede sempre che un ardito dica solamente due parole che tutti quanti come se avessero avuto il consenso per parlare si aggreghino a lui in un vociare incomprensibile. Finisce subito, come una piccola onda che si infrange sulla sabbia, sembri vederla allontanarsi lentamente mentre la sua schiuma sparisce in un lieve fruscio. Ricordo che una volta l'impiegato di turno sentendo il vociare molto forte, urlò contro di loro come se fossero bambini, che non si trovavano al mercato e che bisognava fare silenzio. Probabilmente era di pessimo umore e lo scaricava sulle persone attorno a lui. Naturalmente nessuno osò contraddirlo, non ci si inimica uno di cui poi si ha bisogno.
Una vecchia in vena di fare la furba convince le persone davanti a lei che deve solo pagare un conto corrente, che la pensione l'ha già ritirata due giorni fa e che sarà una cosa velocissima. Infatti lo è velocissima, solamente che poi comincia a chiedere informazioni sul suo conto privato dove costringe l'impiegata a cercare e intrufolarsi tramite computer in chissà quali meandri della rete facendo passare almeno quaranta minuti buoni di attesa di risposte speranzosamente buone. Tra i mormorii delle persone intorno riesco a captare che c'è in corso un progetto di linciaggio per la vecchia, fortunatamente per lei si salva per il rotto della cuffia, ancora qualche minuto e sarebbe stata bella che cotta.
Arriva il mio turno. Consegno i miei papiri alla graziosa impiegata dietro al vetro. L'operazione sembra avviarsi bene senza intoppi.

SEEEEE, COME NO? TI PIACEREBBE!!!!!

Serve il codice fiscale. Nessun problema, lo tiro fuori dal portafogli e glielo consegno.
<< Serve il codice fiscale >> mi fa lei.
Un po' smarrito e sorpreso da ciò che sento, confusamente cerco di nuovo nel portafogli chiedendomi cosa cazzo le abbia consegnato.
No no, le ho dato proprio il codice fiscale, ma allora non capisco che cosa voglia.
<< Questo ormai non è più valido >> dice. << Il cartaceo non è più in vigore. >>
<< Come sarebbe? Il codice però è sempre lo stesso. >>
Sembra non voglia sentire ragioni. Essendo più maneggevole ho sempre preferito portarmi dietro il codice fiscale cartaceo nel portafogli perché quello su tessera probabilmente rischierei di danneggiarlo sedendomici continuamente sopra. Mi riconsegna l'oggetto in questione aspettandosi che le dia quello su tessera, ma io non avendolo con me imperterrito riprovo a rifilarle lo stesso sperando che mi venga incontro e che non faccia quello che orribilmente temo che faccia appunto. Ammucchia tutti i foglietti, documenti e quanto resta e me li infila sotto il vetro annullando tutta l'operazione che sembrava andare a buon fine.
<< Torni col codice fiscale >> gracchia lei.
Ore di fila andate a puttane. Sento esprimere parole di cordoglio verso di me dalle persone che mi circondano mentre a testa china esco sconfitto e sofferente per il tormento subito.
L'indomani solita storia, la consueta fila ma stavolta per fortuna con meno gente.
Siamo di nuovo faccia a faccia, io e lei con uno spesso vetro a separarci. Consegno tutto l'armamentario compreso la tessera del codice fiscale.
Mi guarda strano, la mia faccia diventa un solo punto interrogativo:
<< Che c'è? >>
<< Deve darmi la sua tessera sanitaria, questo codice fiscale è obsoleto. >>
<< Cos'è? >> urlo io non riuscendo ad afferrare bene le sue parole da dietro il vetro ma comprendendo perfettamente che sta per incasinarsi ancora la situazione.
<< Questo non serve più, deve darmi la sua tessera sanitaria. >>
Non ho più parole, non so più nemmeno dove mi trovo. Non riesco a dire niente per non so quale strana reazione della mia mente, confusione, smarrimento, catatonia... vedo rane che volano, treni che danzano la mazurca, la gatta con la zampa di lardo, cresce l'erba che campo cavalla... se questo non è un trip non so proprio che diavolo sia!!!???
Sento la voce dell'impiegata riportarmi alla realtà, dice di andare a casa e di tornare con la tessera sanitaria, dice che mi farà passare senza dover rifare la fila, che poi risolveremo tutto. 
Io vado. Obbedisco e vado. Sì, mi sembra che vada. Vado e torno.

È stata di parola, mi ha fatto saltare la fila senza problemi. L'operazione prosegue perfettamente. Quando prende la mia tessera sanitaria in mano mi viene quasi un colpo aspettandomi chissà quali altri problemi.
Con la sinistra legge la tessera, con la destra digita il codice sulla tastiera, e poi me la riconsegna passandomela da sotto il vetro.
Rimango a bocca aperta, cerco di articolare parola ma tutto quello che ne esce fuori sono solo sillabe incomprensibili.
<< Allah... ajaja... llalla... allalla... >> Comincio a temere che la gente pensi che mi sia convertito alla religione islamica.
Ma... non ci credo, è una cosa assurda. Come può essere?
Insomma, non ha nemmeno fatto finta di strusciare la tessera su qualche macchinario per leggerla in automatico, ha solamente digitato il codice a mano. Cosa che poteva fare benissimo con quello cartaceo. Il codice è sempre quello no? È sempre lo stesso no? Mi sbaglio? Sono in errore? Sto impazzendo?
A cose fatte esco scioccato continuando a biascicare parole senza senso, chiedendomi se tutto questo sia successo veramente oppure sia soltanto frutto della mia mente bacata.
Passi pure che ti cambino il cartaceo con la tessera, ma se poi ti annullano pure quello allora che lo dicano. Perché devono fartelo sapere a cose ormai fatte? È troppo scriverlo su un foglietto e appiccicarlo sulla vetrata dell'ufficio in modo che la gente sia informata su certi cambiamenti?
Cose da pazzi, e questo da quanto ho saputo non è successo solamente a me, altri hanno subito la stessa sorte di dover ritornare il giorno dopo per via del codice fiscale ormai in disuso.
Ma un po' di tolleranza pure da parte degli impiegati no eh? E che cavolo, non siamo macchine che non vedono certe cose. Non penso che siamo arrivati già al punto di “ognuno per sé e arrangiati come puoi”.
C'è rimasta ancora un pochino di umanità dentro di noi?
O siamo ormai perduti?

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