giovedì 20 dicembre 2012

Il mio babbo

Il rumore del motorino del frigorifero provenire dal cucinino, il ticchettio della lancetta dei secondi dell'orologio appeso alla parete, il respiro affannoso e irregolare del babbo nel suo letto. Questi erano i suoni che si udivano nelle notti passate a vegliare su di lui.
Non starò a raccontare ciò che ha passato, il dolore che ha dovuto sopportare nella sua degenza; né parlerò del nostro operato nell'alleviargli ulteriori sofferenze. Voglio solo dire poche parole su chi era mio padre, ciò che è stato.
Voglio farlo perché si dice che certe cose nella rete rimangano per sempre, o così credo di aver capito. Non lo so se sia vero ma spero tanto di si. Voglio che qualcosa di lui viva ancora tanto a lungo, non solo nei miei ricordi, perché se lo merita.
La Storia è stata scritta da grandi uomini, grandi eroi che hanno compiuto imprese epiche. Il mio babbo era soltanto un contadino che ha dedicato tutta la sua vita al lavoro e alla famiglia. Era un uomo molto buono e mai l'ho visto mettersi contro qualcun altro se non per difendere i propri diritti. Era un tipo tranquillo, allegro e giusto. Una delle tante persone che per le proprie imprese non entrerà mai nei libri di Storia e non sarà mai ricordato come un eroe.
Il mio babbo era un grand'uomo, questo posso dirlo di lui perché è la verità.
Ha fatto dei propri figli, di me, delle persone oneste e sincere. Ci ha insegnato cos'è la lealtà, a distinguere cos'è giusto e sbagliato. Ci ha indicato la via e molto di più.
Ho seguito sempre i suoi consigli e spero di non averlo mai deluso per quei piccoli sbagli che ho fatto.
Se questo non è essere un grande uomo allora tutte quelle persone che hanno fatto la Storia non sono niente in confronto.
Babbo mio ti voglio bene, spero di rivederti un giorno per poterti riabbracciare.
Mi manchi. Non ti dimenticherò mai.